lunedì 3 dicembre 2012

Tiramisù del yayo.

Lo so, questo blog non si capisce cos'è, non si ordina facilmente nelle colonnine dei blogroll: cucina o riciclo creativo? Aspetta, aspetta, c'è anche qualche poesia... uff! Se qualcuno si è trovato in imbarazzo mi dispiace tanto, ma "purtroppo" that's me: un caos di idee!


Tutto ciò per introdurvi questa ricetta di tiramisù che a detta del mio compagno (spagnolo) è la più buona del mondo. Ora, io sono molto aperta alle nuove culture e soprattutto ai nuovi sapori, ma sentirmi dire che il tiramisù più buono lo fa un signore che ha 81 anni e che è profondamente spagnolo (de La Mancia) mi ha lasciato piuttosto scettica, come capirete. [Anche perché a casa mia, la regina del tiramisù è mia sorella!] Il signore in questione si chiama Julián Martínez González ed è il nonno del suddetto compagno, quindi non mi è stato difficile richiedere ed ottenere di fare insieme il famoso tiramisù.


Ingredienti:

5 uova
6 cucchiai di zucchero per le chiare
5 cucchiai di zucchero per i tuorli
4 cucchiai di zucchero per la panna
3 fogli di colla di pesce
rum (1 tazzina da caffè, in ogni caso al gusto)
mezzo litro di panna montata
caffè
cacao amaro
savoiardi (i 3/4 della confezione)
500 gr di mascarpone

Procedimento:

Montare a neve le chiare incorporando i 6 cucchiai di zucchero. 
A parte battere i tuorli con 5 cucchiai di zucchero, e mettere al bagno maria. Aggiungere il rum e solo quando la crema è calda la gelatina ammorbidita e scolata per bene. Qui bisogna fare attenzione alla temperatura della crema perché non deve assolutamente solidificare già che c'è l'uovo.
Montare anche la panna con 4 cucchiai di zucchero. 
Ora mescolare i composti ed unire il mascarpone lasciato ammorbidire un po'. 
Disporre un primo strato di savoiardi nella teglia e versare il caffè (metodo molto efficace che ho imparato da lui!), poi la crema. Continuare con i savoriardi, stavolta bagnandoli uno ad uno con il metodo classico, ancora crema e cacao (il cacao lui lo mette subito, anche se il dolce verrà mangiato il giorno dopo, questo fa sì che sia come condensato e non è niente male!).


io e il yayo

Conclusioni. Il tiramisù è effettivamente molto buono, la crema è molto leggera, quasi impercettibile il mascarpone. Il tocco del rum mi piace, molto più della Strega. Anche il cacao messo subito merita una possibilità. Poi la tecnica di posizionare tutti i savoiardi del primo strato mi ha fatto sorridere parecchio. Curiosa di conoscere le vostre versioni :D

PS: nonno in spagnolo di dice abuelo, ma quei nonni a cui vuoi più bene e a cui sei più legato li chiami yayo e yaya.

Los yayos Celia e Julián



 

venerdì 16 novembre 2012

La cura dell'arcobaleno. Viaggiando verso.



Sarà per la pioggia battente di questi giorni, e per il grigiore che mi sveglia tutte le mattine da ormai due settimane, che mi sono decisa a postare questo oggetto -una calamita- che ho fatto per regalare ad un'amica pittrice, Annalisa. Cercavo colore, tanto colore, come nei suoi quadri che un giorno vi farò vedere. Cromoterapia. 
Per il procedimento non c'è molto da spiegare, è lo stesso delle Etichette viaggianti riempito di Riso colorato.
Anzi, è ancora più semplice, perché non va rivestito!   


Mentre questa è un'etichetta per valigia (ma può essere qualunque altra cosa, ovviamente!) e contiene un verso di una poesia -Ya nada ahora- di Angel Gonzalez. Così anche lo spirito si alimenta :)
 
Se ne avete abbastanza di blister vuoti/riempiti, ditelo pure... ne ho ancora un po', e non voglio annoiare nessuno! :D 

lunedì 8 ottobre 2012

Cake pops: una ricetta che è un gioco da ragazzi!



Domenica coi bimbi, affare importante: vincere noi! Eh sì, questo ha detto Francesco: "zia Tania, dobbiamo vincere noi a questo concorso!". Il concorso in questione è "Cucinando con i bambini: piccoli chef ai fornelli" indetto da Scorza d'arancia, al quale partecipiamo con questa ricetta facile facile. 


Il ragazzo ha solo 5 anni e mezzo ma una grande determinazione, non si è scollato dal tavolino per almeno 2 ore! Aiuto chef Claudia, 20 mesi e tanta sostanza (avendo mangiato un terzo delle palline ci ha sveltito di molto il lavoro). Quindi grazie ai bimbi, che pare si siano anche divertiti parecchio, e ai genitori per avermi prestato bimbi e casa: grazie Annarita e Giorgio! Poi grazie a Ilaria (la mia dispensatrice di ricette) che mi ha dato questa idea!

CAKE POPS:
400gr pan di spagna
200gr cioccolato bianco
200gr cioccolato fondente
4 cucchiai di confettura di albicocche (o nutella)
zuccherini vari, codette cioccolato, farina di cocco, ecc.
bastoncini per lecca lecca (o per spiedini)

La prima cosa da fare è sbriciolare il pan di spagna in una terrina. Poi aggiungere 4 cucchiai di confettura e amalgamare tutto con le mani, fino ad ottenere una massa compatta. Poi formate delle palline e fatele riposare nel congelatore per mezz'ora. Niente di più semplice!






Adesso arriva il bello! Sciogliete i due cioccolati, preparate i bastoncini e le varie decorazioni. Ah, importante: prima di iniziare ad immergere le palline nel cioccolato, procuratevi qualcosa su cui appoggiarle, per farle asciugare. Noi avevamo la couscousiera e uno scolapasta, ma va benissimo anche del polistirolo.


Infilate il bastoncino nella pallina, e bagnatela nel cioccolato, poi spolveratela con la decorazione.




E se qualche vicina di casa vuole collaborare... grazie Elisa!




Meritato premio!



Ps: le foto erano un'infinità per cui ho pensato di creare un album sul mio profilo di Facebook, tra un po'...

mercoledì 26 settembre 2012

Sull'etica del riciclo. Porta vasi di recupero


Ieri sera, nei miei pensieri pre-sonno, riflettevo sul “riciclo creativo”.
Mi sono chiesta se, forse, questa formula ormai inflazionata, non sia divenuta il paravento di una moda/mania di usare oggetti non convenzionali per fare cose convenzionali. Mi spiego. Molto spesso guardando gli oggetti di riciclo creativo in rete mi sorprendo della precisione della fattura, del buonissimo stato dei materiali, della perfetta coincidenza dei colori, dei dettagli. Tutti pregi, certo. Ma se si tratta di riciclo non me lo spiego, qualcosa non torna. Ho l’impressione che in alcuni casi (non penso a nessuno in particolare, giuro!) il riciclo venga prima dell’uso, e questa è una contraddizione logica. Il ri-ciclo non presupporrebbe che sia già avvenuto il primo ciclo? Che il bottone sia stato un po’ di tempo nell’asola di una camicia, che il tappo di sughero sia impregnato di buon vino, che l’alluminio abbia cotto una bella lasagna in forno, che i bulloni siano stati sporchi di grasso nella loro precedente vita? Se non fosse così allora il beneamato riciclo creativo, rischierebbe di fare più male che bene... e sarebbe davvero un peccato!
Voi che ne pensate?


Intanto pubblico una cosetta che ho fatto in primavera per il terrazzo. Si tratta un “porta vaso da ringhiera con recupero di acqua di scolo”... un titolo un po’ lungo che già spiega tutto. La bottiglia grande conteneva 5 litri di olio (è stato necessario tagliare il fondo), mentre quella piccolina sotto è di un probiotico (precedentemente bucherellato sul fondo): si sono incastrate perfettamente, senza bisogno di usare alcun tipo di colla. Poi sono stati sufficienti 2 fascette per fermare il tutto alla ringhiera (facendo attenzione a far coincidere il vaso sottostante!). 
Il riciclo di acqua è assicurato!!! 




Mentre lui, prima di essere il "porta edera", era un contenitore di olive che mi ha messo da parte la mia fruttivendola. 






mercoledì 11 luglio 2012

A colazione con le piante: la nuova vita del vassoio.




Un vecchio vassoio di legno, di quelli di una volta, di quelli da colazione a letto, finito ad abbellire il terrazzo, meritava di essere ripensato, in parte per proteggerlo dagli agenti atmosferici ai quali sarebbe stato esposto all’aria aperta, in parte per renderlo più attuale nell'estetica.



Questo lavoro è anche l’occasione per parlarvi del Laboratorio di restauro e decorazione al quale ho partecipato e dal quale è nato questo progetto. Il Laboratorio è gestito da Klod Zdeba e sua moglie Monica (lui restauratore, lei pittrice-decoratrice) ad Elda –Spagna-, dove mettono a disposizione la loro professionalità per istruire gli allievi apprendisti. Oltre ad un corso di pittura e varie tecniche di decorazione, c’è un corso di restauro che funziona così: si porta qualcosa che si intende restaurare -un mobile, un tavolo, una sedia, una cornice, un vassoio- e loro ti spiegano passo dopo passo come fare, i materiali che occorrono e gli strumenti, e si lavora insieme, ognuno al suo progetto ma nello stesso spazio fisico. Così si impara qualcosa di pratico, si scambiano idee e si conoscono persone con cui si condivide un interesse... per me è stato davvero bello! Ma veniamo al vassoio...


Come restaurare un vassoio di legno.

Occorrente:
carta vetrata fina
impregnante
colori ad acqua
pennelli
vernice per esterni
malta per piastrelle
piastrelle rotte

Il primo passo è carteggiare tutta la superficie per eliminare ogni traccia di vernice. Pulire con un panno ogni residuo di polvere. Passare due mani di impregnante trasparente lasciando asciugare bene tra le due passate (almeno 12 ore) e carteggiare leggermente dopo ognuna. Colorare del colore preferito con delle vernici ad acqua –più facili da pulire dello smalto- almeno due passate (carteggiando leggermente al termine di ogni mano) e terminare con una vernice di protezione per esterni, anche questa due passate.





Decorare con tecnica del mosaico trencadís.

Nel mio caso volevo rendere ancora più particolare il vassoio e non mi sono accontentata di cambiargli il colore, così ho pensato a questa tecnica, ben conosciuta per Gaudí, massimo esponente del modernismo catalano. Ho cercato nei negozi di materiali edilizi se avevano delle mattonelle rotte accidentalmente ed effettivamente ne ho trovate (me le hanno regalate!), ma solo bianche. Pensando ai colori che avevo scelto per il legno ho pensato che forse non era così male lasciare l’interno bianco, anche perché sarà il piano di appoggio dei vasi. Occorre procurarsi un martello, per rompere le mattonelle (vi assicuro un’esperienza davvero gratificante!) e la malta elastica per far aderire i pezzetti al vassoio. Prima di stendere la malta (usate delle spatole), è bene preparare il disegno che avrà il mosaico, per essere sicuri di avere sufficienti pezzi e soprattutto ben distribuiti. Su consiglio di Klod, ho disegnato la sagoma della parte da riempire su un cartone, ho composto lì il mosaico e solo quando era completo ho poggiato un foglio di carta adesiva trasparente, l’ho fatto aderire bene e poi l'ho trasportato sul vassoio, dove avevo steso la malta. Dopo che questa si era perfettamente asciugata ho tolto il foglio adesivo. A questo punto sarà necessario riempire bene le fessure con altra malta, ma ricordatevi di rimuoverne gli eccessi quando è ancora piuttosto fresca, perché sia più semplice.



martedì 13 marzo 2012

Crostata di crema e pinoli (o torta della nonna), lavanda stoechas e sushi. Ovvero, un fine settimana intenso.

Diciamocelo, i fine settimana casalinghi non sono necessariamente i più rilassanti, soprattutto se è l'unico momento per riordinare casa, preparare qualche dolcetto per onorare un invito a pranzo e fare un po' di giardinaggio! Ma non voglio perdermi in chiacchiere: le foto saranno più eloquenti...

CROSTATA di CREMA E PINOLI


Ingredienti.
Per la frolla:
3 uova (1 intero e 2 tuorli)
350 gr farina
150 gr zucchero
125 gr burro
1 limone grattugiato
1 cucchiaino di lievito


Per la crema:
2 tuorli
4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di farina 
2 cucchiai di frumina
2 bustine di vanillina
1/2 litro di latte
pinoli


Impastate con le mani il burro -ammorbidito a temperatura ambiente- con lo zucchero. Aggiungete le uova e poi la farina, la scorza del limone, il lievito. Formate una palla e fatela riposare, avvolta nella pellicola, mezz'ora in frigo. Nel frattempo, preparate la crema: amalgamate tuorli e zucchero, aggiungete le farine, la vanillina, poi il latte; mettete sul fuoco moderato/basso e girate -sempre nello stesso senso- finchè non si addensi; fate raffreddare coprendola con una pellicola a contatto, per non far solidificare lo strato superiore. Ora prendete una teglia, ungetela con burro e farina oppure copritela con carta da forno. Rivestite con un po' più dei 2/3 della frolla, e coprite di crema. Ora fate le strisce con la frolla rimasta, cospargete di pinoli (un po' più di quelli che ho messo io!!!) e infornate a 180 gradi per 35 minuti. 


Vi consiglio vivamente di provare questa ricetta che a me ha passato mia sorella (grazie ciccia!!!). Non ha nulla da invidiare ai dolci di pasticceria, anzi... capita anche a voi di assaggiare cose qua e là e di pensare "io lo faccio meglio"??? Penso che questa cosa mi darà qualche problemino... sto diventanto ipercritica e non va bene!


Qualche foto di un meraviglioso pranzo, a casa di amici, a base di zuppa di miso, sushi, maki e sashimi, un po' di wasabi, per ammazzare gli eventuali batteri rimasti! Una delizia, prima ancora di assaggiare, per gli occhi...



E poi, forse per questo caldo inaspettato, e una primavera che sembra già così vicina, sono andata al mercato a cercare qualche nuova pianta per il balconcino e ho trovato lei, una varietà di lavanda che non conoscevo. Lavandula stoechas, non ho resistito...


Buon inizio settimana...

domenica 26 febbraio 2012

Scatola di buccia di mandarino - Caja hecha con mandarina (feat. José Galán)



L'artefice di questo gioiello di manualità è José Galán, mio amico, chimico, poeta e amante del riciclo; di lui ho parlato anche qui e qui e mi rimane sempre un post in sospeso. 


L'oggetto in questione è una scatola fatta di buccia di mandarino. Il mandarino adatto è quello con la buccia non troppo fina (perché si romperebbe) e non  troppo spessa (altrimenti non si piegherebbe). E' una cosa complicata trovare il mandarino giusto, lo so, io stessa ho provato con quelli che avevo in casa ma... niente da fare! 


Il tutorial non c'è ma provo a spiegare il procedimento:
1) incidere il mandarino per tutta la circonferenza ad un'altezza superiore alla metà
2) togliere la buccia della parte superiore e svuotare la parte rimanente più grande, come potete (non sperate di far uscire degli spicchi intatti!!!)
3) trovare dei bicchieri o altri oggetti su cui far prendere la forma. La parte del mandarino che destinerete alla base della scatola prenderà forma su un bicchiere leggermente più piccolo di quello che userete per la parte superiore che farà da tappo
4) decidere il verso che volete stia all'esterno (José lascia la parte arancione all'interno) 
5) poggiare le bucce sul fondo di ogni bicchiere, e far aderire bene cominciando ad arrotolare dello spago per fermarle
6) fare essiccare qualche giorno, dopodiché basterà togliere lo spago e sfilare il bicchiere

mercoledì 22 febbraio 2012

POESIA - Laura Casielles

Oggi si legge! 
Vi propongo una giovane poetessa spagnola, Laura Casielles, la cui poesia mi ha letteralmente rapita: emozionante, profonda ed estremamente vera. Ho tradotto qualche sua poesia della raccolta Los Idiomas Comunes, ma per il momento ve ne lascio solo due brevi. Spero entusiasmino anche voi. Buona lettura! 




LA STORIA INTERMINABILE

Tutte noi,
Icaro,
lo comprendiamo bene.
Tentavamo di raggiungere l’amore e finimmo,
sempre,
con le ali bruciate.

LA HISTORIA INTERMINABLE

Todas nosotras,
Ícaro,
lo entendemos bien.
Intentábamos alcanzar el amor y acabamos,
siempre,
con las alas quemadas.

***

PLACIDA CURVATURA DELLE ORBITE TERRESTRI

Un albero carico di frutta,
come un petto carico di latte,
la curva di gravità della vita
che si dota di una stupenda pesantezza
per dare altra vita.
Come un corpo traboccante di amore,
turgido, splendido,
che si sgranchisce mentre entra dalla finestra
odor di mondo.

PLÁCIDA CURVATURA DE LAS ÓRBITAS TERRESTRES

Un árbol cargado de fruta,
como un pecho cargado de leche,
la curva de gravedad de la vida
que se dota de una hermosa pesantez
por dar más vida.
Como un cuerpo rebosante de amor,
turgente, espléndido,
que se despereza mientras entra por la ventana
olor a mundo.                                    

                                                 
 Laura Casielles nasce nel 1986 a Pola de Siero (Asturie, Spagna). Ha vissuto a Madrid, Parigi, Rabat. E' laureata in giornalismo e studia lingue e filosofia. Ha pubblicato due libri di poesie: Soldado que huye (2008), Los idiomas comunes (2010); altre poesie, articoli e racconti sono comparsi in diverse riviste, antologie e libri collettivi. Ha vinto premi di poesia : nel 2007, La Voz + Joven de la Obra Social Caja Madrid; nel 2010 Arte Joven La Latina, e Antonio Carvajal de Poesia Joven; nel 2011 il Premio Nacional de Poesia Joven Miguel Hernandez. Realizza traduzioni del francese e inglese. 

lunedì 13 febbraio 2012

TVB: The Versatile Blogger


Nell'arco di pochi giorni quattro blogger (Katia ta, Riciclare con fantasia, Tocco di lillà, Fusilla creativaC'è crisi c'è crisi! Guida alla sopravvivenza sul pianeta terra) mi hanno inserita nella lista dei 15 blog di TVB, un premio tra blogger creative. Così mi sono detta che, forse, era conveniente adempiere al dovere e onorare la tradizione.

Le 7 cose di me da condividere... forse ce le ho, visto che non sono mai stata molto “espansiva” virtualmente.

1. questa sono io 


2. ho un cagnolino quasi-maltese che ormai ha 5 anni: Dalì


3. amo (RI)FARE con le mani, che non sono mai ferme, sempre in cerca di qualcosa da mano-mettere 
4. amo passeggiare sul lungomare della mia città, Terracina, è sempre qualcosa di magico, in qualsiasi stagione dell’anno
5. adoro cucinare, mi rilassa incredibilmente; in particolare ho un debole per i dolci cui ho dedicato una parte di questo blog


6. sto per terminare l’università, giurisprudenza, ma se rinasco mi iscrivo ad architettura
7. i miei più grandi difetti -a detta mia- sono l’ansia e la suscettibilità, ma se chiedo in giro, magari, ne esce qualcun altro

E per i 15 blog cui assegnare il premio che dovrei citare per continuare la catena, entro in crisi, ho bisogno di troppo tempo che ora non ho! Quindi ho pensato di fare un omaggio alle creative che mi hanno passato il premio: per ognuna di loro ho scelto un progetto dai rispettivi blog per mostrarvelo qui. 
Buona visione!











domenica 29 gennaio 2012

Collana in lana e cartone


Primo post dell'anno. Solo gennaio e già in ritardo... non voglio immaginare luglio! In ritardo perchè questa collana è stata un regalo di Natale homemade, per mia sorella! Poi tra una cosa e l'altra, passa un mese e non sai (io) come! 
Insomma, è semplicissima da fare, e soprattutto ci permette di sfruttare anche gli scarti più piccoli di lana e di cartone. L'occorrente è questo: lana e cartone.
La tecnica mi sembra facilmente intuibile dalle foto:



1. ritagliate dei cerchi di cartone di circa 4 cm di diametro
2. forateli
3. arrotolate la lana aiutandovi con un ago grande e, quando è completamente ricoperto, fate passare il filo internamente; infine, tagliate l'eccedenza.


Di questi dischi potete farne quanti volete, anche secondo la dimensione della collana che volete ottenere. Nel mio caso 5. Per unirli tra di loro passate un filo sul retro dei dischetti, una prima volta e una seconda (nella foto credo si capisca meglio) tentando di lasciare la stessa distanza tra un disco e l'altro. 
Per la chiusura, ahimè, mi sono arrangiata! Da una parte ho fatto un cappio. Dall'altra ho cucito un bottone. 




Per il momento regge! In ogni caso, si accettano consigli...


PS: buon anno a tutti :)